16 MAGGIO

LIBIA; CHITI, GRANDE INSODDISFAZIONE PER RUOLO SVOLTO DA UE

SINDACO SARAJEVO, NOI PONTE CIVILIZZAZIONE

APERTI DA CARDINI A FIRENZE I ''COLLOQUIA MEDITERRANEA'' SU INIZIATIVA DELLA FONDAZIONE GIOVANNI PAOLO II

TWAL (GIORDANIA),MOMENTO STORICO PER MONDO ARABO

FALTAS, STATO PALESTINESE PRONTO A RICONOSCIMENTO

SIRIA: ESPONENTE GIORDANIA, NECESSARIE RISPOSTE A POPOLO

PUNTARE SULLE CITTÀ PER SALVARE IL MEDITERRANEO


 

 

 

LIBIA; CHITI, GRANDE INSODDISFAZIONE PER RUOLO SVOLTO DA UE
FIRENZE, 16 MAGGIO (ANSA)

''I moti spontanei del Nord Africa sono il frutto di un processo di maturazione dei principi e dei valori della democrazia che ha  segnato quei popoli, soprattutto i giovani con un elevato livello d'istruzione e gli immigrati di ritorno da esperienze all'estero in paesi democratici''. Lo ha detto il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, oggi intervenendo al convegno 'Le Religioni per il dialogo e la pace: per il futuro dell'Europa' che si è tenuto a Firenze per iniziativa dell'associazione Politica e Società.it al quale hanno partecipato tra gli altri l'imam Yahya Pallavicini, vicepresidente della Coreis italiana e consigliere del ministro dell'Interno nel Comitato per l'Islam italiano; Izzedin Elzir, Imam di Firenze e Presidente delle Comunità Musulmane Italiane; Joseph Levi, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Firenze.
''È grande l'insoddisfazione, un anno dopo il Trattato di Lisbona - ha aggiunto il vicepresidente - per come l'Unione Europea ha affrontato queste vicende. L'Ue non ha avuto né una politica estera né una strategia comune, non è riuscita ad esprimere una posizione comune, se non c'è preparazione ed elaborazione costante e non c'è una analisi comune delle situazioni, è difficile che di fronte a queste crisi che scoppiano improvvise l'Ue si trovi pronta con delle risposte realmente condivise''. ''Il Mediterraneo - ha proseguito Chiti - rappresenta un punto cruciale per l'avvenire del pianeta. Qui si gioca una partita decisiva per la pace; per una cooperazione capace di determinare le condizioni di uno sviluppo che, ponendo al centro la persona e dunque l'ambiente, assicuri a tutti i popoli una credibile prospettiva di giustizia e progresso''.

 


SINDACO SARAJEVO, NOI PONTE CIVILIZZAZIONE
Firenze, 16 maggio (ANSA)

Sarajevo, ponte della civilizzazione per il futuro, luogo di incontro tra religioni e culture diverse. L'esperienza della capitale bosniaca e la sua candidatura a centro di dialogo interculturale è stata raccontata oggi a Firenze dal sindaco Alija Behmen, nel suo intervento al convegno 'Il Mediterraneo e le città'', organizzato dalla Fondazione Giovanni Paolo II onlus presieduta dal vescovo emerito di Fiesole Luciano Giovannetti.
Oltre 200 i partecipanti alla tre giorni (che si è aperta ieri e si concluderà domani pomeriggio), tra i quali più di 30 ambasciatori presso l'Italia e la Santa Sede nonché 77 borsisti (età media 26 anni) provenienti da 26 Paesi, soprattutto appartenenti alle sponde del Mediterraneo. 'Colloquia Mediterranea' è il titolo delle sessioni di confronto, con un richiamo a una eredità impegnativa: i Colloqui Euromediterranei voluti a Firenze dal sindaco Giorgio La Pira.
L'appuntamento, sostenuto dal contributo e dal patrocinio di Regione Toscana nonché - come main sponsor - da Ente Cassa di Risparmio di Firenze, si svolge nel Salone Brunelleschi dell'Istituto degli Innocenti e a palazzo Medici Riccardi: gli incontri di oggi sono dedicati a 'Il mare dell'accoglienza' e il 'Futuro del Mediterraneo''. Tra gli ospiti il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, la scrittrice libanese Hoda Barakat, il sindaco di Sarajevo Alua Behmen, il direttore di 'Limes' Lucio Caracciolo, il rabbino capo della comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni, il francescano Ibrahim Faltas della Custodia di Terra Santa, i professori Franco Cardini e Khaled Fouad Allam, il Rettore dell'Università araba di Gerusalemme Sari Nusseibeh.
Parlando di Sarajevo, il sindaco ha spiegato come nella sua città ''convivano in un proficuo interscambio culturale musulmani, cattolici, ortodossi ed ebrei''. ''Sono circa 60.000 gli studenti che frequentano le tre facoltà di teologia, cattolica, islamica e ortodossa''. ''Il rapporto tra queste tre realtà è molto forte - ha spiegato Behem -, tanto che periodicamente i giovani delle tre facoltà organizzano viaggi all'estero, incontri e iniziative culturali''.

 


APERTI DA CARDINI A FIRENZE I ''COLLOQUIA MEDITERRANEA'' SU INIZIATIVA DELLA FONDAZIONE GIOVANNI PAOLO II
Firenze, 16 maggio - (Adnkronos)

''Chi vuole la pace è sempre disinteressato, ma chi vuole la guerra ha sempre profondi interessi alle sue spalle: la prima cosa da fare è smascherare tali interessi. Si chiamino petrolio, arsenali o quant'altro. È questo il cerchio diabolico da spezzare''. Così lo storico Franco Cardini, famoso studioso del Medioevo e dei rapporti tra cristianesimo e islam, nel suo applaudito intervento ai ''Colloquia Mediterranea'' di Firenze, all'Istituto degli Innocenti, su iniziativa della Fondazione intitolata a Giovanni Paolo II.
La tre giorni - che si svolge con il patrocinio della Regione Toscana e il contributo dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze - intende analizzare le prospettive (''economiche, culturali e spirituali'', sottolinea mons. Luciano Giovannetti, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II e vescovo emerito di Fiesole) tra le città, le regioni e i popoli del Mediterraneo.
Ed è proprio alle ''città del Mediterraneo'' che è stata dedicata la seconda sessione aperta dall'on. Rosa De Pasquale da cui è venuta la prima delle numerose citazioni riservate al sindaco Giorgio La Pira che con i suoi ''colloqui euromediterranei'' aveva tracciato, a cavallo fra gli anni Cinquanta e i Sessanta, profezie di dialogo e di reciproca tolleranza sulle sponde di quello che per il sindaco ''santo'' era ''il misterioso lago allargato di Tiberiade''.

 


 

     
 

TWAL (GIORDANIA),MOMENTO STORICO PER MONDO ARABO
SEGRETARIO MINISTERO RIFORME, MO TROVI SUA STRADA DEMOCRAZIA

Firenze, 16 maggio (ANSAmed)

''Questo è un momento storico per il mondo arabo. Siamo in una delicata fase di transizione che comporta molti rischi, ma e' anche un momento che offre tante opportunità di cambiamento concreto non solo per quanto riguarda i regimi politici ma anche per i sistemi statuali, un'opportunità per chi si sta ribellando di trasformare profondamente le loro società, che non hanno mai conosciuto democrazia''. Il segretario generale del ministero delle Riforme politiche della Giordania Malek Twal, oggi a Firenze per prendere parte al convegno 'Il Mediterraneo e le città'', guarda con interesse e grande attenzione ai moti popolari che stanno infiammando Medio Oriente e Nord Africa.
Secondo Malek Twal, questi movimenti popolari ''sono stati soltanto sostenuti da internet'' nel loro affermarsi. La vera scintilla, osserva il segretario generale, ''è stata la frustrazione politica accompagnata alla frustrazione economica''.
Un malcontento che covava da tempo ma che - sottolinea Twal - ''ha colto tutti di sorpresa. Siamo stati presi alla sprovvista, non ce lo saremmo aspettato''. Per il segretario generale del ministero giordano delle Riforme, ogni paese dovrà trovare la sua strada per la democrazia. ''D'altra parte - osserva - in Europa, non c'e' un solo modello di democrazia, ci sono diversi sistemi. Così il mondo arabo dovrà trovare il suo''.

 


FALTAS, STATO PALESTINESE PRONTO A RICONOSCIMENTO
DIALOGO PACE C'È MA MASS MEDIA ITALIA PARLANO SOLO DI CRISI.

Firenze, 16 maggio (ANSAmed)

''L'accordo fatto in Egitto tra Hamas e Fatah è importante. C'è la politica a parlare e lo Stato palestinese è pronto per il riconoscimento''. È moderatamente ottimista Ibrahim Faltas, il parroco di Gerusalemme, oggi a Firenze per prendere parte al convegno 'Il Mediterraneo e le città'', organizzato dalla Fondazione Giovanni Paolo II.
Il frate francescano, autore del libro L'Assedio della Basilica della Natività e di numerosi scritti sul tema della pace, spiega che ''in questo momento la situazione è abbastanza calma, se si escludono gli scontri per la commemorazione della Nakba. Le iniziative di dialogo sono numerose, continue, così come gli incontri interreligiosi. Purtroppo - osserva Faltas -, la stampa italiana non ne parla mai. Qui si raccontano solo i conflitti, i momenti di tensione. Si parla poco o nulla di quello che si fa in senso positivo. Un esempio? La scuola frequentata da musulmani, cristiani ed ebrei che abbiamo aperto e che consideriamo un' esperienza molto importante''.

 


SIRIA: ESPONENTE GIORDANIA, NECESSARIE RISPOSTE A POPOLO
Firenze, 16 maggio (ANSAmed)

''La situazione in Siria è diversa da quelle in Yemen e Libia. Ci sono state tante vittime, manipolazioni esterne ed interne e molti interessi in gioco. Ma in Siria ora il regime deve dare risposte concerete alla popolazione e alle sue aspirazioni legittime''. Lo afferma il
segretario generale del ministero delle Riforme politiche della Giordania, Malek Twal, oggi a Firenze per prendere parte al convegno ''Il Mediterraneo e le città''.
Twal premette di non voler giudicare altri paesi ma osserva: ''Credo che all'inizio il popolo siriano non avesse un sentimento di avversione. Ma poi quando c'è stata la repressione gli animi si sono infiammati''.
Malek Twal parla anche della Giordania, sottolineando la diversità da altri paesi della regione, e spiega che presto saranno varate ''diverse riforme, quella sulla legge elettorale, sui partiti politici e alcune riforme costituzionali''. ''In Giordania non ci sono più manifestazioni - osserva il segretario generale del ministero -, perché il re è sempre 10 passi avanti e si sta lavorando molto sul piano delle riforme''.

 


Agenzia di informazione della Giunta Regionale

 

Puntare sulle città per salvare il Mediterraneo

FIRENZE, 16 maggio

“Chi vuole la pace è sempre disinteressato, ma chi vuole la guerra ha sempre profondi interessi alle sue spalle: la prima cosa da fare è smascherare tali interessi. Si chiamino petrolio, arsenali o quant’altro. È questo il cerchio diabolico da spezzare”. Così Franco Cardini, storico, nel suo applaudito intervento ai “Colloquia Mediterranea” di Firenze, in corso da ieri e fino a domani, all’Istituto degli Innocenti su iniziativa della Fondazione intitolata a Giovanni Paolo II.

La tre giorni – che si svolge con il patrocinio della Regione Toscana e il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze – intende analizzare le prospettive (“economiche, culturali e spirituali”, sottolinea mons. Luciano Giovannetti, presidente della “Fondazione Giovanni Paolo II“ e vescovo emerito di Fiesole) tra le città, le regioni e i popoli del Mediterraneo.

Ed è proprio alle “città del Mediterraneo” che è stata dedicata la seconda sessione aperta dall’on. Rosa De Pasquale da cui è venuta la prima delle numerose citazioni riservate al sindaco Giorgio La Pira che con i suoi “colloqui euromediterranei” aveva tracciato, a cavallo fra gli anni Cinquanta e i Sessanta, profezie di dialogo e di reciproca tolleranza sulle sponde di quello che per il sindaco “santo” era “il misterioso lago allargato di Tiberiade”.

Prima città toccata, nella sessione mattutina dei “Colloquia Mediterranea“, la Gerusalemme dove ha sede la Custodia francescana della Terra Santa il cui economo generale, padre Ibrahim Faltas, ha raccontato l’operato – ininterrotto dal 1219 – dei frati francescani (oggi, in quei luogi, sono 300) in favore non solo dei luoghi storici ma anche delle “pietre vive”, cioè di chi vive in zone così contese e coinvolte in conflitti.

In particolare padre Ibrahim ha raccontato gli sforzi che la Custodia sta facendo per evitare l’esodo totale dei cristiani, oggi ridotti ai minimi termini e impegnati soprattutto nelle attività a corredo dei pellegrinaggi. “Il problema più complicato è Gerusalemme – ha concluso padre Ibrahim – preghiamo per Gerusalemme dove tutti siamo nati: se sarà pace a Gerusalemme sarà pace in tutto il mondo”.

Una concreta esperienza “di ascolto reciproco fra nemici” è stata illustrata da Franco Vaccari – fondatore e presidente di “Rondine cittadella della Pace“, piccolo borgo medievale in provincia di Arezzo – intervenuto con un gruppo di giovani provenienti da realtà in reciproco conflitto. “La nostra esperienza – ha detto una ragazza di Rondine - è che quando ci si conosce meglio, anche se all’inizio siamo nemici, alla fine si finisce per diventare amici”. E l’esempio è stato ripreso dallo storico Cardini (“È vero, basta ricordare l’Epica”) che riflettendo sull’esistenza di una moschea, nel porto di una Genova di metà Seicento che pure era in lotta con i musulmani, ha polemicamente sottolineato come “quei genovesi non si sognarono mai di indire un referendum per far chiudere quella moschea”.

Ma varie altre città (“inevitabili protagoniste nel processo di pace”, ha concluso Guido Bellatti Ceccoli, studioso del dialogo interreligioso) hanno fatto da sfondo al racconto intrecciato nel “Colloquia Mediterranea“: da Livorno (“figlia certificata del crogiolo mediterraneo”) con Claudio Frontera a Tunisi (“mosaico di stili”) con la ricercatrice luganese Federica Frediani.

E poi la lontana Recife in Sud America con il professore universitario Luiz Carlos Luz Marques secondo cui “dalle radici della violenza e della sofferenza si può ripartire per una nuova pedagogia della pace” (il docente alla Cattolica, che più volte ha citato mons. Helder Camara, ha raccontato alcune esperienze, in questa città, di dialogo interreligioso, compreso un master che si estende perfino alla stregoneria wicca).

Altre esperienze di dialogo interculturale e interreligioso sono venute da Dieter Brandes, direttore di una Fondazione che ha sede a Sibiu (Romania) lavorando sulla necessaria riconciliazione fra Europa orientale e occidentale(“Dobbiamo partire dai bambini insegnando fino dall’infanziaa esercitarsi nel reciproco rispetto”).

Intervenuto al colloquio fiorentino anche Alija Behmen, dal 2003 sindaco di Sarajevo città che da pochi giorni è stata riconosciuta come “capitale europea per la cultura” (edizione 2014) e città dove (“nell’arco di soli quattrocento metri”, ha notato il sindaco) sono collocati ben quattro edifici religiosi delle tre religioni monoteiste: la cattedrale cattolica, quella serbo-ortodossa, la moschea e la sinagoga (“E di questo, che è un arricchimento ulteriore per la città intera, siamo tutti molto orgogliosi così come lo siamo nel puntare sulla cultura come strumento per avvicinare le persone”).

Una esperienza particolare l’ha portata Mongi Bourgou, docente universitario a Tunisi, sulla particolare situazione dell’isola di Jerba: un territorio dalla grande e nobile storia, dai numerosi intrecci interculturali e interreligiosi, oggi stravolto da un pesante turismo di massa che ha prodotto cambiamenti sconvolgenti (“dalla sabbia al cemento”) rovinando un litorale un tempo splendido e costringendo a un triste abbandono molte zone interne. Parola chiave anche per questa situazione? “Coesistenza e sostenibilità”, ha precisato il prof. Bourgou.

Il dialogo interreligioso dalla parte dei musulmani è stato raccontato da Mustafa Cenap Aydin, direttore del Centro per il dialogo Istituto Tevere di Roma.

“Colloquia Mediterranea” (per l’occasione è stato presentato il primo numero della omonima rivista, diretta da Renato Burigana) prosegue domani: la mattina sempre all’Istituto degli Innocenti (è previsto l’intervento del presidente di Regione Toscana, Enrico Rossi) e il pomeriggio in sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, sede della Provincia di Firenze.

Mauro Banchini